Tutto ebbe inizio poco piú di una anno fa quando 22 tra giovani e adolescenti della comunitá quilombola del Matão cominciarono a frequentare i miei corsi di fotografia.
Dopo le prime lezioni, grazie alle quali hanno imparato le impostazioni di base della fotografia digitale, é emersa la necessitá di fare un passo avanti e di fare qualcosa che fosse utile agli alunni ma anche a tutta la comunitá.
Bisogna sapere che Matão é una comunitá afro-descendente, nel senso che é rimasta a lungo isolata con i propri costumi e la propria cultura, con legami strettamente legati ai gruppi di schiivi o ex schiavizzati, fuggiti o espulsi dalle fazende dove lavoravano
coattivamente prima dell’abolizione della schiavitú nel 1888.
Grazie al lavoro di AACADE, con Luis e Francimar in prima fila, anche Matão ha cominciato, a partire dal 2003, un cammino di riscatto e di rivendicazione dei diritti civili a pieno titolo.
La situazione materiale è migliorata grazie agli aiuti previsti dal Programma Brasil Quilombola emanato dal governo Lula nel 2003, ma anche e soprattutto per mezzo dei progetti finanziati attraverso il piccolo credito che AACADE ha lanciato grazie all’aiuto di varie associazioni e amici italiani e francesi.
È in questo contesto che Casas de leitura ha lanciato i corsi di fotografia come mezzo per imparare a fotografare ma soprattutto per creare una ulteriore e piú profonda chiave di lettura della propria realtá. Proprio questo secondo aspetto é stato al centro del progetto “Identitá quilombola: autopercezione e comunicazione”.
Abbiamo percorso in lungo e in largo la comunità, ci siamo arrampicati sulla grande pietra che domina il quilombo, abbiamo invaso le case per fotografare vecchie foto di antenati, di immagini religiose dei piú svariati tipi; abbiamo, insomma, passato al setaccio la comunitá intera cercando di interpretare e dare un senso alle immagini captate.
È stato un alvoro molto interessante e stimolante che ha aiutato i ragazzi a vedere le cose in modo differente, a percepirsi e a percepire la realtá come mai prima era successo.Você está em: Início
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Identità quilombola - autopercezione e comunicazione
Identità quilombola - autopercezione e comunicazione
Postado por
escrilendo
às
11:30
segunda-feira, 22 de novembro de 2010
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Tutto ebbe inizio poco piú di una anno fa quando 22 tra giovani e adolescenti della comunitá quilombola del Matão cominciarono a frequentare i miei corsi di fotografia.
Dopo le prime lezioni, grazie alle quali hanno imparato le impostazioni di base della fotografia digitale, é emersa la necessitá di fare un passo avanti e di fare qualcosa che fosse utile agli alunni ma anche a tutta la comunitá.
Bisogna sapere che Matão é una comunitá afro-descendente, nel senso che é rimasta a lungo isolata con i propri costumi e la propria cultura, con legami strettamente legati ai gruppi di schiivi o ex schiavizzati, fuggiti o espulsi dalle fazende dove lavoravano
coattivamente prima dell’abolizione della schiavitú nel 1888.
Grazie al lavoro di AACADE, con Luis e Francimar in prima fila, anche Matão ha cominciato, a partire dal 2003, un cammino di riscatto e di rivendicazione dei diritti civili a pieno titolo.
La situazione materiale è migliorata grazie agli aiuti previsti dal Programma Brasil Quilombola emanato dal governo Lula nel 2003, ma anche e soprattutto per mezzo dei progetti finanziati attraverso il piccolo credito che AACADE ha lanciato grazie all’aiuto di varie associazioni e amici italiani e francesi.
È in questo contesto che Casas de leitura ha lanciato i corsi di fotografia come mezzo per imparare a fotografare ma soprattutto per creare una ulteriore e piú profonda chiave di lettura della propria realtá. Proprio questo secondo aspetto é stato al centro del progetto “Identitá quilombola: autopercezione e comunicazione”.
Abbiamo percorso in lungo e in largo la comunità, ci siamo arrampicati sulla grande pietra che domina il quilombo, abbiamo invaso le case per fotografare vecchie foto di antenati, di immagini religiose dei piú svariati tipi; abbiamo, insomma, passato al setaccio la comunitá intera cercando di interpretare e dare un senso alle immagini captate.
È stato un alvoro molto interessante e stimolante che ha aiutato i ragazzi a vedere le cose in modo differente, a percepirsi e a percepire la realtá come mai prima era successo.
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