Identità quilombola - autopercezione e comunicazione

segunda-feira, 22 de novembro de 2010
Tutto ebbe inizio poco piú di una anno fa quando 22 tra giovani e adolescenti della comunitá quilombola del Matão cominciarono a frequentare i miei corsi di fotografia. Dopo le prime lezioni, grazie alle quali hanno imparato le impostazioni di base della fotografia digitale, é emersa la necessitá di fare un passo avanti e di fare qualcosa che fosse utile agli alunni ma anche a tutta la comunitá. Bisogna sapere che Matão é una comunitá afro-descendente, nel senso che é rimasta a lungo isolata con i propri costumi e la propria cultura, con legami strettamente legati ai gruppi di schiivi o ex schiavizzati, fuggiti o espulsi dalle fazende dove lavoravano coattivamente prima dell’abolizione della schiavitú nel 1888. Grazie al lavoro di AACADE, con Luis e Francimar in prima fila, anche Matão ha cominciato, a partire dal 2003, un cammino di riscatto e di rivendicazione dei diritti civili a pieno titolo. La situazione materiale è migliorata grazie agli aiuti previsti dal Programma Brasil Quilombola emanato dal governo Lula nel 2003, ma anche e soprattutto per mezzo dei progetti finanziati attraverso il piccolo credito che AACADE ha lanciato grazie all’aiuto di varie associazioni e amici italiani e francesi. È in questo contesto che Casas de leitura ha lanciato i corsi di fotografia come mezzo per imparare a fotografare ma soprattutto per creare una ulteriore e piú profonda chiave di lettura della propria realtá. Proprio questo secondo aspetto é stato al centro del progetto “Identitá quilombola: autopercezione e comunicazione”. Abbiamo percorso in lungo e in largo la comunità, ci siamo arrampicati sulla grande pietra che domina il quilombo, abbiamo invaso le case per fotografare vecchie foto di antenati, di immagini religiose dei piú svariati tipi; abbiamo, insomma, passato al setaccio la comunitá intera cercando di interpretare e dare un senso alle immagini captate. È stato un alvoro molto interessante e stimolante che ha aiutato i ragazzi a vedere le cose in modo differente, a percepirsi e a percepire la realtá come mai prima era successo.


Abbiamo discusso a lungo sul significato di questo processo e, alla fine, siamo giunti alla conclusione di quanto fosse importante comunicare all’esterno il risultato del nostro lavoro. Il Centro Culturale di São Francisco ci ha aperto le porte e cosí dal 22 novembre al 18 di dicembre la nostra esposizione sará aperta al pubblico. Il mese di novembre, qui in Brasile, é importante anche perché ogni anno viene festeggiata la "Settimana della coscienza nera” e la nostra mostra fotográfica rappresenta uno degli eventi piú importanti di questo período.






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