Fotógrafos de rua - Fotografi di strada

domingo, 2 de maio de 2010
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Niente di speciale, niente di rivoluzionario. Soltanto un piccolo tentativo di inclusione sociale attraverso la fotografia digitale. Il progetto, sperimentato in una favela della periferia della Grande João Pessoa e in una comunità quilombola dell’interno della Paraíba, oggi è una realtà e punta a diffondersi in altre comunità carenti. Il progetto “Fotógrafos de rua” (Fotografi di strada) cerca di aiutare adolescenti, giovani e mamme a guardare in modo differente la realtà in cui vivono. Lo scopo è di formare una nuova coscienza di se stessi attraverso l’analisi e la riflessione sulle fotografie scattate nella comunità di appartenenza. Insegnando la tecnica della fotografia “Fotografi di strada” aumenta l’autostima degli alunni e la fiducia nelle loro possibilità di crescita e sviluppo dentro e fuori dalla comunità. In alcuni casi, il progetto può aiutare a creare nuove opportunità di rendita grazie alla registrazione degli eventi della comunità e delle famiglie che, in questo modo, possono avere a basso prezzo, ricordi visivi di momenti importanti della vita che, usando i canali classici, non potrebbero mai permettersi. La metodologia prevede lezioni teoriche e pratiche nei luoghi di abitazione. Nelle lezioni teoriche vengono insegnati i fondamentali della fotografia digitale, mentre durante le lezioni pratiche, realizzate nella comunità o partecipando ad alcune visite esterne, viene messo in pratica e sperimentato quanto appreso. In un secondo momento, con l’aiuto del professore, le immagini vengono proiettate e analizzate con lo scopo di valutare il contenuto tecnico, ma anche le provocazioni socioculturali da esse suggerite. Le lezioni, della durata di un’ora e mezzo, sono somministrate una olta alla settimana per un periodo di cinque mesi (mediamente 20 lezioni). Casas de leitura, associazione che finanzia il progetto, mette a disposizione degli alunni alcune macchine digitali, una delle quali è data in comodato d’uso. Nel corso del 2009 sono stati realizzati due corsi presso la Casa dos sonhos (comunità di Santo Amaro, comune di Santa Rita, periferia della Grande João Pessoa) che hanno visto la partecipazione di dodici adolescenti e sette mamme volontarie. Agli inizi di agosto sono cominciati altri due corsi presso la comunità quilombola (afrodiscendente) del Matão, comune di Gurinhém a circa 80 chilometri dalla capitale, ai quali hanno partecipato dieci adolescenti e tredici giovani. Nel mese di marzo 2010 sono cominciati i nuovi corsi, in totale sei, con trentaquattro alunni presso la Casa dos sonhos, ventiquattro alunni al Matão e dieci presso la Casa del giovane Daniele Comboni nel quartiere Tibirì, comune di Santa Rita. “Fotografi di strada” è una iniziativa di Casas de leitura in partnership con Casa dos sonhos, AACADE (Associazione di appoggio alle comunità afrodescendenti) e CECNEQ (Coordinamento delle comunità quilombola della Paraíba). I corsi sono gestiti dal fotografo italiano Alberto Banal con l’aiuto del suo assistente, il giornalista paraibano Marco Antônio de Oliveira Tessarotto. Due parole sulle comunità dove sono stati realizzati i corsi di fotografia. La comunità di Santo Amaro si è insediata nel corso di 20 venti anni in un terreno di occupazione e oggi è formata da circa 250 famiglie. I principali problemi sono dovuti alla mancanza di lavoro e di una situazione abitativa dignitosa. Inoltre è lampante l’assenza di qualsiasi intervento pubblico a livello di infrastruttura, educazione, salute e sicurezza. In questo contesto opera la Casa dos sonhos, una istituzione gestita da due suore argentine, che presta assistenza a circa 120 bambini con il coinvolgimento di una ventina di mamme volontarie, nel tentativo di creare opportunità di sviluppo attraverso l’educazione, la formazione e l’assistenza ai membri della comunità. È in questa linea educativa che si innesta l’esperenza di Fotografi di strada, partnership con Casas de leitura. I corsi di fotografia forniscono agli alunni gli strumenti di base per poter registrare eventi, feste, passeggiate, avvenimenti, dando così la possibilità di costruire l’identità e la memoria dello loro famiglie e della comunità.



La comunità quilombola del Matão si trova a circa ottanta chilometri da João Pessoa ed è formata da 32 famiglie afrodiscendenti. La mancanza di terra da coltivare e i lunghi periodi di siccità costringono la maggior parte degli uomini a lavorare lontano da casa, soprattutto nel settore dell’edilizia. Alcune famiglie cercano di sopravvivere affittando, a caro prezzo, terreni nelle fazende vicine. Con l’aiuto di AACADE e di CECNEQ Matão è stato riconosciuto come comunità afrodiscendente e, recentemente, grazie al lavoro degli antropologi dell’INCRA, è stato dato inizio al processo di demarcazione del territorio con l’obiettivo di rientrare in possesso delle terre che in passato appartenevano ai loro antenati e, nel tempo, passate quasi sempre illegalmente nelle mani di grandi proprietari terrieri. Durante la stagione secca Matão soffre molto per la mancanza d’acqua. Il problema persiste nonostante la costruzione delle cisterne per la raccolta dell’acqua piovana e, così, ancora oggi, a causa della siccità molti abitanti sono costretti a rifornirsi d'acqua da due stagni inquinati dagli animali e dalle alghe. L’esperienza della fotografia, per gli adolescenti e i giovani che vi hanno partecipato, si è rivelata una occasione importante di apprendimento, di condivizione di idee e di nuovi legami di amicizia.



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