Un Altro Brasile in famiglia

segunda-feira, 20 de julho de 2015
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In questo post parlerò di un Altro Brasile, di un Altro Brasile che ha visto come protagonisti mia figlia Manuela, i miei nipotini Gregorio (otto anni), Dharma (sei), Maya (tre) e mia nipote Silvia (15). Venuti a fare tre settimane di vacanze si sono goduti il mare, il clima e l’ospitalità brasiliana. Ma questa volta c’è stato un momento veramente speciale: per la prima volta li ho portati a visitare le comunità quilombolas nelle quali svolgo i miei progetti di volontariato.
Al mattino di domenica 12 luglio, ci mettiamo in viaggio e, dopo un’ora e mezzo, arriviamo alla prima meta: il quilombo di Pedra d’Àgua. Già arrivarci è un’esperienza visto che l’ultima parte della strada è uno sterrato in forte discesa che, quando piove (e oggi sta piovendo), si trasforma in uno strato di fango scivoloso come il sapone. Complimenti a mia figlia che, essendo al volante del mio Pajero, ha dovuto provare l’emozione non proprio gradita di guidare in queste condizioni. Un’occhiata veloce alla lezione di capoeira del maestro Abimael e poi eccoci al momento clou: l’incontro con i bambini del Progetto Escrilendo e con le loro assistenti Rosymare, Josefa e Maria José. Ci siamo presentati a vicenda e abbiamo passato un paio d’ora disegnando, giocando, cantando e facendo una scorpacciata di pipoca (popcorn). Una bella foto ricordo e poi via perchè ci stanno aspettando al quilombo Matão per il il pranzo.

Pedra d'Àgua (cliccare sull'immagine per vedere le foto)

La comunità del Matão può essere definita la repubblica dei bambini; ti sbucano da tutti gli angoli e sembrano tutti iperattivi tanta è la frenesia e l’agitazione che regna in ogni canto e in ogni momento. In questo clima di festa subito si immergono i miei nipotini, ognuno con le sue caratteristiche. Dharma gioca con i più piccoli come fossero le sue bambole, Gregorio viene prelevato dai suoi coetanei maschi e trascinato verso un impossibile campo di calcio. E Maya? Tutto il pomeriggio mano nella mano con la sua nuova amichetta del cuore Mayara. Un nome un destino. Separale al momento della partenza è stata un’impresa.
Il pranzo è stato tipicamente nordestino: arroz com feijoada e farofa e galinha de capoeira (riso con fagiolata, farina di mandioca e gallina ruspante). Semplicemente squisito, e nessuno si è tirato indietro.
Un grande ringraziamento va alle assistenti di Escrilendo, Rosângela, Renata e Andreza: la loro pazienza nel tenere a bada i bambini del progetto e i tanti altri che si sono aggregati va ben al di là del normale.

Matão (cliccare sull'immagine per vedere le foto)

Una parte speciale è toccata a Silvia. Bionda come una Barbie è stata al centro delle attenzioni delle coetanee e, ovviamente dei ragazzi. Al punto che il weekend successivo è ritornata a grande richiesta al Matão in compagnia di Joice (mia nipote brasiliana). Mai tante foto, tanti abbracci e baci (da dire che l’espansività brasiliana è ben altra cosa dalla nostra “frigidità” euronordica).

Silvia e Joice al Matão (cliccare sull'immagine per vedere le foto)

Tornati a casa ognuno aveva i suoi commenti da fare. Riporto quello di Dharma che, con un linguaggio semplice ma incisivo, penso abbia colto nel segno: “io so che vovô (nonno) Alberto ci ama, ma lui ama anche i poveri”.
C’è bisogno di dire altro?

Alcuni giorni altra esperienza interessante: siamo passati al quilombo di Paratibe per consegnare una fornitura di derrate alimentari: granoturco e inhame.

Quilombo Paratibe (cliccare sull'immagine per vedere le foto)

Per chiudere è doveroso ricordare che il Progetto Escrilendo che coinvolge piì di 80 bambini nelle comunità di Matias, Matão e Pedra d'Àgua può continuare grazie all'aiuto generoso e concreto degli amici di UNITI PER LA VITA di Arese.

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