28 giorni da ricordare

quinta-feira, 7 de abril de 2005
0 comentários
"Parlami", mi sussurri. E all'improvviso capisco il valore delle cose che ti ho detto e soprattutto di quelle che non ti ho detto in tutti gli anni che abbiamo vissuto insieme. E' il 7 aprile: un anno esatto dalla morte di Grazia. Ed è proprio in occasione dell'anniversario che esce il mio libro dedicato a lei: 28 giorni. Un diario sofferto e amorevole degli ultimi ventotto giorni. La conclusione di una vita. Di un rapporto di coppia non sempre sereno, ma profondo e significativo. Una storia personale e nello stesso tempo universale, così come il dolore è declinato contemporaneamente al singolare e al plurale. Il libro è pubblicato da Reed Business Information, di cui sono publisher, all'interno del programma di Reed Elsevier Care, che promuove iniziative di carattere sociale in tutto il mondo. I ricavi derivanti dalla vendita verranno devoluti al Centro medico "Nostra Signora della Concezione" gestito dalle suore Missionarie di Maria ad Abaetetuba sul Rio Tocantins, stato del Parà, Brasile.

28 GIORNI

0 comentários
Carla Icardi, Maruska Scotuzzi e Sabrina Lattuada sono tre mie care colleghe giornaliste. Questa è l'intervista che mi hanno fatto per la promozione del libro. 

Un diario, un racconto degli ultimi 28 giorni della propria compagna, una introspezione psicologica per cercare di superare il momento, per fare il punto della situazione, per chiudere un capitolo importante e poterne riaprire un altro con serenità. Il libro esprime emozioni, dolore, sogni, aspettative presenti e passate. Un “diario intensivo”, che inizia dal momento dell’ingresso in rianimazione di Grazia e prosegue, giorno dopo giorno, con le sensazioni e gli umori altalenanti che seguono il ritmo del respiro. Un respiro faticoso che scandisce secondo dopo secondo e che può far cadere “il castello di carta con un solo soffio”.
Ma chi si aspetta un libro unicamente intriso di dolore, si sbaglia. Oltre la sofferenza, l’incertezza, la paura, il senso di impotenza c’è altro. C’è la forza di un nucleo familiare che ha affrontato insieme dieci anni di malattia senza smettere di vivere, nemmeno per un giorno, un’esistenza normale; c’è una donna che ha affrontato il suo dramma personale trasformandolo in strumento per conoscere e aiutare altri compagni di “sventura”; c’è una figlia che ha scoperto e vissuto un legame unico con i propri genitori e un marito che ha imparato a comunicare oltre che con le parole con i gesti e con il cuore.
Abbiamo chiesto ad Alberto di raccontarci il percorso che lo ha portato a scegliere la carta e la penna quali compagni prediletti con cui dividere le tempeste che hanno sconvolto la sua anima in quei giorni. Perché hai scritto questo libro? "E’ un diario che ho cominciato quando Grazia è andata in rianimazione, cosciente che sarebbe stata portata in coma pilotato perché altrimenti non avrebbe potuto farcela. Un modo per lasciare a mia moglie una testimonianza e per raccontarle, al risveglio dal coma, quello che era successo intorno a lei. Nasce quindi in modo spontaneo, mettendo giù delle note, che sono peraltro le stesse che leggiamo oggi nel libro. Poi le cose sono cambiate, è venuta meno la speranza di una soluzione positiva. Ho comunque deciso di continuare a scrivere, perché mi serviva, una sorta di sfogo... e poi per gli altri. Credo che tante persone abbiano vissuto, lo stiano facendo in questo momento o potrebbero vivere esperienze simili o più drammatiche e la lettura del mio libro potrebbe essere loro utile". Come ti ha cambiato questa esperienza? "E’ una domanda complessa. Per molto tempo sono stato un “orso” molto riservato, oggi ho imparato a confrontarmi di più con gli altri e ad ascoltarli, o meglio, mi risulta più facile. E’ cambiato anche il mio rapporto con la vita. Diciamo che ora ne è cominciata un’altra. Non sono in lutto, assolutamente. E ho capito che se voglio ricordare veramente Grazia devo vivere intensamente questa nuova fase. Per me quei giorni sono stati fondamentali come lo sono stati anche per lei. Grazia ha visto realizzarsi il sogno di vedere sua figlia laurearsi, ha sentito fino in fondo la montagna di affetto e di amore che la circondava. E ad ogni risveglio dall’effetto della morfina è stata capace di regalare sorrisi a noi, agli amici, ai medici, a tutti!"
 Le pagine del libro riportano la fine di un percorso di estrema sofferenza, un percorso che ha impegnato Grazia per oltre 10 anni. Come può un gruppo familiare affrontare una prova così lunga? "Il capolavoro è stato di vivere dieci anni di anormalità come fossero normali. Nel ‘95 lo specialista mi disse che Grazia non sarebbe arrivata alla fine dell’anno. Un segreto che ho sempre custodito. Non lo sapeva mia moglie, non lo sapeva mia figlia. Quindi ogni giorno è stato “uno in più”. Tra l’altro Grazia non ha mai usato la malattia come arma di ricatto e io e Manuela l’abbiamo sempre trattata come una persona sana. Si alzava la mattina a prepararci la colazione, coltivava la passione del giardinaggio che esercitava sul suo balcone-foresta, faceva la mamma e molto altro". Con chi è possibile condividere il dolore? "Gli amici in quei momenti sono utili, importanti, indispensabili. Ma il tuo dolore non è condivisibile. Te ne accorgi quando capisci che al di là dell’affetto che senti per la loro presenza, non c’è nulla che ti sollevi veramente. L’amico vero è una spalla su cui piangere, e io non ho mai avuto timore di piangere. Ma poi sei solo. Anche nei rapporti con tua figlia: lei è sola nel suo dolore e tu sei solo nel tuo. Poi la bravura è riuscire, pur restando fianco a fianco, a camminare da soli. E ci stiamo riuscendo bene".
Ai colleghi "Questo libro appartiene al programma di Reed Elsevier Care. I ricavi derivanti dalla vendita (10 euro è il prezzo di copertina) verranno interamente devoluti al Centro Medico per l’infanzia “Nostra Signora della Concezione” gestito dalle Suore Missionarie di Maria ad Abaetetuba sul Rio Tocantins, stato del Parà in Brasile. Non sapendo quale dei tanti bambini aiutare quando nel lontano 1991 andammo a visitare il Centro, mia moglie decise di adottare tutta la struttura. Un grazie a tutti coloro che vorranno partecipare all’iniziativa".
 Edizione: Reed Business Information - Grafica: Marina Bonanni - Stampa: Sate

AddThis

Theme por Erica Pires © 2011 - 2012 | Powered by Blogger | Todos os direitos reservados | Melhor Visualizado no Google Chrome | Topo