LA PIOGGIA GENEROSA - di Luís Zadra

segunda-feira, 3 de julho de 2017
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Man mano che mi addentravo lungo le strade sterrate dei quilombos, verso la metà di maggio, mi assaliva un tormento nel vedere tante piantagioni di fagioli, granoturco, fave ecc... in attesa disperata della pioggia. Le piantine stavano avvizzendo per la siccità e con loro la speranza di un raccolto buono. Quatro anni di siccità che si stavano perpetuando in questo nord est dove il fenomeno delle grandi siccità ricorrenti ha sempre castigato la popolazione, costretta a migrare per non morire di fame.
L´anno scorso al Grilo, dopo aver conquistato la terra con molti anni di lotta, abbiamo sfidato la siccità arando e piantando piú di 40 ettari di terra con l´aiuto del Centro missionario di Trento. Ha piovuto, ma non quanto era necessario. Tutto perduto: solo pochi chili di fagioli e molte sofferenze per i poveri contadini. Ma sono stati i soldi piú ben spesi perchè sono serviti affinchè i quilombolas potessero credere che finalmente la terra era loro, della comunità.

Cerimonia di assegnazione della terra
Quante volte col mio cellulare chiamo per sapere se ha piovuto, se c’è speranza di pioggia. Quest’anno,.finalmente, la pioggia è arrivata, abbondante e generosa e le piantagioni che stavano per perdersi sono rinate. Fa un bene all´anima vedere tutto rigoglioso, la terra bagnata, il verde intenso. Sono molto legato alla terra, al destino di questi contadini che troppo spesso sono aggrappati per un filo alla vita. Non hannio assicurazioni, nessuna garanzia: dipendono esclusivamente dal tempo.Questa volta sarà una buona annata davvero.

Dalla sommità del Grilo lascio che lo sguardo spazi a lungo sulle colline sottostanti, sui campi coltivati che da gialli si sono tinti di verde. Respiro con sollievo pensando alla gioia dei contadini. È un’emozione provare una volta di piú la generosità delle persone genuine che sanno dire grazie senza proferire parole attraverso il dono dei primi fagioli verdi, zucche, granoturco.
Non ci sono soldi che paghino questa sensazione unica che deriva dal contatto con gli elementi primordiali del mondo: la terra, l´acqua, le sementi ed i frutti del lavoro delle mani.
Quante volte ho affondato i piedi nudi nella terra bagnata quasi per sentirne l´abbraccio materno.


In mezzo ad una bufera politica ed economica che sta imperversando in Brasile, bisogna aggrapparsi ai piccoli segni di vita. Sedersi su un tronco con i contadini per vederne il sorriso, la soddisfazione, è un momento impagabile.
Tornato a casa distribuisco quanto ho ricevuto, nulla puó andare perduto di questi doni preziosi che sono carichi di storia, di anni duri, di racolto sognato e spesso frustrato.
Il granoturco sarà abbondante per le classiche feste di giugno dove tutto gira attorno ai tradizionali faló ed ai piatti prepararti col granoturco verde. E la festa quest´anno sarà cosí bella e buona da far dimenticare le annate perdute. La vita qui è sempre un ricominciare: "domani sarà meglio", dicono sempre.











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