Inaugurato il Centro comunitario di Pedra d'Água

sábado, 4 de dezembro de 2010
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Erano i primi di giugno quando in compagnia du Luís tornai a visitare la comunità quilombola di Pedra d'Àgua. Incontrammo le donne del gruppo di cucito in piena attivitá. Tutto sembrava andare per il meglio. Le lezioni della nostra amica sarta, Fatima, avevano sortito effetto ed ora, perlomeno le più brave, già stavano confezionando prodotti di buon livello e vendibili in qualsiasi mercato della zona. Purtroppo da poche settimane era arrivata la brutta notizia: la signora che gentilmente aveva prestato il locale per lavorare, aveva bisogno della casa perché la figlia si doveva sposare. Bisognava trovare, e in fretta, una soluzione se non si voleva che il processo virtuoso si interrompesse e tutto il lavoro andasse perduto. Senza tanti preamboli Luís mi domandò: "Non è che nella cassa di Reed Business c'è rimasto ancora qualcosa da spendere?". Neanche farlo apposta, Reed Business aveva appena inviato, all'interno del progetto di Reed Care, 2.500 euro in favore di AACADE. Non feci nemmeno in tempo a confermare questa disponibilità che Luìs annunciò al gruppo che il primo finanziamento era già arrivato. Dona Jandira, membro attivo della comunità e del gruppo di cucito, offrì immediatamente un pezzo di terreno di fronte a casa sua. Fu così che passammo il viaggio di ritorno calcolando la cubatura necessaria e, soprattutto, quanto denaro ci mancava per coprire i costi dell'opera. Arrivati a casa lanciammo la campagna "Il tuo mattone per la casa delle donne" e, un pò incoscienti ma pieni di speranza, decidemmo che valeva la pena rischiare.
Organizzammo a tambur battente una riunione con tutta la comunità spiegando a grandi linee il progetto, la ricerca dei finanziamenti necessari e chiedendo quale poteva essere il loro contributo. Come era prevedibile l'entusiasmo contagiò un pò tutti e ne scaturì l'impegno preciso di garantire tutti i giorni necessari di mutirão. Mutirão è una forma molto diffusa e tradizionale di "lavoro comunitario". Di solito è fatto in occasione del raccolto di qualche prodotto, quando è necessario svolgere il lavoro in breve tempo, prima che tutto si rovini o marcisca. Tutti ad aiutare chi ne ha bisogno, e il favore sarà restituito al tempo opportuno. Ma il mutirão si fa anche per aggiustare il tetto di una casa che sta per cadere, o riparare la strada rovinata dalla pioggia, ecc... Il mutirão è quindi una delle espressioni più profonde dello spirito e dell'unione di una comunità. A Pedra d'Àgua ha funzionato alla grande: anche più di cinquanta persone alla volta hanno partecipato allo scavo delle fondamenta, alla raccolta e al trasporto delle pietre necessarie, al setaccio della sabbia piovana... Abbiamo iniziato i lavori il 25 di agosto e li abbiamo conclusi il 4 di dicembre, giorno in cui è avvenuta l'inaugurazione. Come si può immaginare la festa è stata veramente grande.

25 agosto: il tracciato e lo scavo delle fondamenta 





1° settembre: il grande mutirão per la raccolta delle pietre, 
lo scavo della sabbia e la posa delle fondamenta 


21 settembre: si innalzano i primi muri 


26 settembre: i lavori avanzano e serve altra sabbia 

5 ottobre 

 27 ottobre: la scatola è completata 

17 novembre: completamento del tetto 

 29 novembre: particolare della veranda     -     3 dicembre: ultimi ritocchi 



 4 dicembre: alcuni momenti della festa di inaugurazione del Centro comunitario

Oggi la comunità di Pedra d'Àgua ha il suo Centro comunitario dove potranno lavorare le donne del cucito e tante altre attività potranno essere svolte. Il Centro è come un cuore pulsante grazie al quale è rifiorita la speranza di una comunità. E tutto questo è avvenuto grazie all'impegno dei membri della comunità ma anche grazie al contributo indispensabile di enti, associazioni e i tanti amici italiani che sempre sono generosamente al nostro fianco. In particolare vanno ricordati: Reed Business Information Italia, La Goccia Onlus e il CESE (Coordinamento ecumenico di servizi) di Salvador Bahia.

 Il cartello che ricorda i sostenitori del Centro comunitario

Identità quilombola - autopercezione e comunicazione

segunda-feira, 22 de novembro de 2010
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Tutto ebbe inizio poco piú di una anno fa quando 22 tra giovani e adolescenti della comunitá quilombola del Matão cominciarono a frequentare i miei corsi di fotografia. Dopo le prime lezioni, grazie alle quali hanno imparato le impostazioni di base della fotografia digitale, é emersa la necessitá di fare un passo avanti e di fare qualcosa che fosse utile agli alunni ma anche a tutta la comunitá. Bisogna sapere che Matão é una comunitá afro-descendente, nel senso che é rimasta a lungo isolata con i propri costumi e la propria cultura, con legami strettamente legati ai gruppi di schiivi o ex schiavizzati, fuggiti o espulsi dalle fazende dove lavoravano coattivamente prima dell’abolizione della schiavitú nel 1888. Grazie al lavoro di AACADE, con Luis e Francimar in prima fila, anche Matão ha cominciato, a partire dal 2003, un cammino di riscatto e di rivendicazione dei diritti civili a pieno titolo. La situazione materiale è migliorata grazie agli aiuti previsti dal Programma Brasil Quilombola emanato dal governo Lula nel 2003, ma anche e soprattutto per mezzo dei progetti finanziati attraverso il piccolo credito che AACADE ha lanciato grazie all’aiuto di varie associazioni e amici italiani e francesi. È in questo contesto che Casas de leitura ha lanciato i corsi di fotografia come mezzo per imparare a fotografare ma soprattutto per creare una ulteriore e piú profonda chiave di lettura della propria realtá. Proprio questo secondo aspetto é stato al centro del progetto “Identitá quilombola: autopercezione e comunicazione”. Abbiamo percorso in lungo e in largo la comunità, ci siamo arrampicati sulla grande pietra che domina il quilombo, abbiamo invaso le case per fotografare vecchie foto di antenati, di immagini religiose dei piú svariati tipi; abbiamo, insomma, passato al setaccio la comunitá intera cercando di interpretare e dare un senso alle immagini captate. È stato un alvoro molto interessante e stimolante che ha aiutato i ragazzi a vedere le cose in modo differente, a percepirsi e a percepire la realtá come mai prima era successo.


Abbiamo discusso a lungo sul significato di questo processo e, alla fine, siamo giunti alla conclusione di quanto fosse importante comunicare all’esterno il risultato del nostro lavoro. Il Centro Culturale di São Francisco ci ha aperto le porte e cosí dal 22 novembre al 18 di dicembre la nostra esposizione sará aperta al pubblico. Il mese di novembre, qui in Brasile, é importante anche perché ogni anno viene festeggiata la "Settimana della coscienza nera” e la nostra mostra fotográfica rappresenta uno degli eventi piú importanti di questo período.






Partecipare per vincere (quasi)

domingo, 21 de novembro de 2010
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Non é che mi interessasse molto partecipare al concorso che ogni anno TV Cabo Branco, affiliata alla Rede Globo, promuove con il titolo “Paraíba dos seus olhos” (Paraíba dei tuoi occhi). Ma quando ho visto la scelta del tema - Musica -, “una foto buona ce l’ho”, mi sono detto, e subito ho tirato fuori dal mio “cassetto digitale” uno scatto fatto a São Luis in occasione di una esibizione di Bumba meu boi, caratteristica manifestazione del piú profondo e genuino folclore dello stato del Maranhão. Mi sono subito collegato al sito del concorso, mi sono registrato, ho preso la mia password e, in cinque minuti ho risolto tutte le formalitá, compreso l’invio della foto. Poi ho scommesso con me stesso che sarei di sicuro arrivato entro i primi tre classificati. Non ho detto niente a nessuno e ieri, alla data prevista, ho acceso la televisione per assistere al telegiornale: “Al secondo posto, con la foto “Afinação” (accordatura) la mia foto". E adesso non mi resta che partecipare il prossimo anno per prendermi il primo posto. Come é noto, la modestia é il mio forte!

La premiazione

L'intervista per il telegiornale

La foto ricordo

La foto classificata

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