Festa della coscienza nera alla Caiana dos Crioulos

domingo, 19 de novembro de 2006
La II° settimana della coscienza nera, tenutasi in novembre nel comune di Alagoa Grande, si è conclusa con un grande incontro artistico musicale alla Caiana dos Crioulos, dove risiede una comunità nera fortemente radicata e dai marcati caratteri africani. Già da vari anni Luis e Francimar, con altri volontari di AACADE, stanno portando avanti un duro lavoro di appoggio al processo di emersione socio-culturale della comunità. L’aspetto più difficile è l’individuazione di leader forti in grado di aiutare il cammino del resto della comunità. Un’operazione per niente facile visto l’isolamento duro e profondo in cui la comunità è vissuta per almeno duecento anni e fino in tempi molto recenti. Questo però ha permesso, nel bene e nel male, che sopravvivessero usi e costumi molto condivisi che tuttora funzionano da collante per la maggioranza delle famiglie della Caiana. Come introdurre elementi evolutivi di promozione sociale senza distruggere il patrimonio socio-culturale della comunità, è la grande scommessa da affrontare. Ma torniamo alla nostra festa. Sotto un sole cocente, che ti schianta anche se ogni tanto passa qualche nuvola benevola, si esibiscono vari gruppi locali ma anche alcuni ospiti venuti da fuori. Molto apprezzato il cosiddetto “batizado da capoeira”, dimostrazione di alto livello degli alunni della scuola di capoeira, la forma di lotta inventata dagli schiavi africani brasiliani e che ormai è conosciuta in tutto il mondo. Impossibile poi trattenere il gruppo delle più anziane, scatenate al ritmo della Ciranda, ballo che caratterizza la tradizione delle comunità nere più antiche.
A seguire la danza delle più giovani in onore di Zumbì, il leggendario condottiero del quilombo dos Palmares, che fu massacrato nel 1695 dall’esercito e dalle bande dei Bandeirantes pagati profumatamente dai fazenderos della canna da zucchero preoccupati dal continuo crescere del fenomeno della fuga degli schiavi dalle piantagioni. Ma il momento clou arriva quando comincia a propagarsi per la valle il battere dei tamburi del gruppo di percussioni, Circulo dos Tambores, venuto appositamente da João Pessoa. Il ritmo forsennato, flessuoso e armonico nello stesso tempo, dei danzatori e la partecipazione corale degli astanti la dice lunga sul DNA di questa gente. Memorie ancestrali, storie di indicibili oppressioni e sofferenze, voglia di riscatto, gioia di vivere, seppure nelle difficoltà più dure: questo ed molto altro nel poderoso inno alla vita che si alza nella nuvola di polvere che arriva fino al cielo. E se Dio fosse nero?

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