EMARGINAZIONE STRADALE

quinta-feira, 28 de julho de 2011

“La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni”, recitava un buon vecchio proverbio dei tempi antichi. Applicato qui in Brasile potrebbe essere tradotto in questo modo: “Le strade dei quilombos dovrebbero portare all’inferno tutti i sindaci dei rispettivi comuni”. Ogni anno la stessa solfa. Arriva la stagione delle piogge e, immancabilmente, le strade di accesso ai quilombos, che già nella stagione secca sono problematiche, si trasformano in pantani melmosi o in mulattiere impraticabili a causa dei profondi buchi causati dalle piogge torrenziali. Cosí lo scuolabus non può arrivare al quilombo e gli studenti dai dieci anni in sú, devono farsi tre o quattro chilometri a piedi per raggiungere la scuola. La situazione è insostenibile anche per gli altri membri della comunità che, tanto per fare un esempio, al sabato si recano in città per fare la spesa (nella comunità non ci sono negozi) e poi, una volta arrivati all’inizio della strada sterrata, si devono caricare la merce sulle spalle o utilizzare una carriola. Provaci tu, tre chilometri in mezzo al fango e a buche delle piú svariate larghezze e profondità. Hai voglia a protestare e cercare di far valere i tuoi diritti.





A volte non ce la facciamo nemmeno con le nostre 4x4. Sulla strada per Pedra d’Água, per esempio è caduta una slavina di terra e, solo grazie al lavoro volontario degli abitanti del quilombo, dopo alcuni giorni la pista è tornata agibile. Sennonchè basta un piccolo temporale perchè la strada si trasformi in una pista scivolosa che rende pericolosissima la discesa e problematica la salita. Non solo gli scolari devono farsi i quattro chilometri a piedi, ma nemmeno l’ambulanza può arrivare e il medico di servizio, che dovrebbe arrivare ogni quindici giorni, ne approfitta per saltare il turno. Per le situazioni di emergenza gli abitanti si sono costruiti una rudimentale portantina per trasportare ammalati e donne gravide vicine al momento del parto. Alla comunità del Grilo il sistema di trasporto “interno” è generalmente fatto con la carriola. Ma se devi scendere a valle con un ammalato l’unico modo è metterlo in un’amaca trasportata a spalle da due persone. Quest’anno la situazione della strada è a tal punto problematica che sono quattro mesi che non riusciamo ad arrivare alla comunità nemmeno con la nostra Toyota Hiluz 4x4. Alla comunità del Matias la pioggia torrenziale si è semplicemente portata via un centinaio di metri di strada, a parte il fatto che i quattro chilometri per arrivarci sono una pista per esperti e spericolati rallisti. Nei prossimi mesi i vari comuni faranno qualche rabbercio, le strade saranno leggermente piú percorribili, ma in ogni caso sempre uno schifo indecente. E alla prima pioggia, tutto ricomincerà da capo. Anche questo fa parte dell’esclusione e della marginalizzazione delle nostre comunità nere. Ci vorrà ancora molto tempo perchè si trovi una soluzione al problema con la costruzione di strade decenti. “Molta acqua dovrà passare sotto i ponti”, o meglio spazzare via queste mulattiere indegne per uno paese in grande sviluppo come il Brasile. Ma non per questo demordiamo. La nostra scelta di campo è a fianco di queste comunità rimaste al margine dello sviluppo e i loro piccoli passi sulla via dell’emancipazione sono per noi motivo di grande speranza e fiducia.




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