Non sta a me descrivere e decantare un fenomeno che ha certamente avuto dei connotati grandiosi e irripetibili nella storia dell’arte brasiliana e mondiale; non ne ho la capacità nè la voglia, ma credo di poter dire senza ombra di dubbio che è stata un’esperienza inusitata e totalizzante. Come dicevo si è trattato di una visita lampo avendo concentrato la mia attenzione su Ouro Preto, cittadella scrigno di una spigolosa bellezza, e sul santuario di Bom Jesus de Matosinhos in Congonhas nello stato del Minas Gerais (Brasile).
In ambo i casi ti si para davanti la figura di Antônio Francisco Lisboa, detto l’Aleijadinho (lo storpio). Figura storica vissuta tra il 1738 (circa) e il 1814, ma bem presto trasformata in mito a rappresentare il meglio e il peggio di un ufanismo (nazionalismo) brasiliano in cerca di qualcosa di veramente unico e importante, tale da potersi sentire alla pari nel contesto internazionale della creazione artistica.
Così, lasciati da parte preconcetti, stereotipi e aspettative esagerate, mi sono lasciato trasportare (se così può essere definito il penoso saliscendi su ripide stradine di ciottoli scivolosi e sbilenchi) dalla semplice voglia di godere della bellezza del tutto e del particolare.
Non si può ovviamente dimenticare il contesto geografico e storico: l’epoca della corsa all’oro che ha prodotto ricchezze improvvise e impensabili a scapito di uno sfruttamento brutale della mano d’opera schiavizzata proveniente dall’Africa e che, ancora oggi, è testimoniata dalla massiccia presenza di popolazione di colore nella regione.
Lo stesso Aleijadinho era figlio bastardo dello scultore e architetto portoghese Manuel Francisco Lisboa, che mise incinta la sua schiava africana Isabel. Quanto la condizione di mulatto abbia influito sulla traiettoria di vita e artistica di Aleijadinho non è dato sapere, ma con certezza non deve essere stato facile imporsi in un ambiente coloniale fortemente caratterizzato dalla discriminazione razziale e economica.
Ti intriga anche la storia della misteriosa malattia che nel corso degli anni avrebbe storpiato l’Aleijadinho al punto da obbligarlo a usare delle improbabili protesi per poter continuare nel suo lavoro.
Storie, legende, miti, che hanno accompagnato la mia rapida e intensa visita. Un esercizio riuscito che ha regalato sensazioni inusitate e la voglia di tornare.
Di seguito una serie di fotografie di Ouro Preto e dei dodici profeti che Aleijadinho ha scolpito per il Santuario del Bom Jesus de Matosinhos così come li ho visti attraverso le lenti della mia macchina fotografica.
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Scorci di Ouro Preto (cliccare nella foto) |
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I 12 profeti di Aleijadinho (cliccare nella foto) |
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