Cari amici e care amiche, un abbraccio dal caldo nordest brasiliano ed un Felice Natale.
Domenica 9 corrente mese ero al quilombo Matão per celebrare con la comunità la festa della coscienza nera, festività che si commemora in tutto il Brasile per affermare i diritti e la dignità del popolo nero. Matão é formato da una trentina di famiglie che da anni affronta problemi di tutti i tipi, come per altro, tutte le comunità nere che seguiamo nella Paraíba.
Anjinha (Rosangela) con l´aiuto di varie persone, soprattutto giovani, è riucita a organizzare il tutto in pochi giorni ; in maneira del tutto inattesa la comunità intera è stata coinvolta collaborando insieme per la riuscita della loro festa. Erano presenti anche le comunità di Pedra d’Água, Grilo e Caiana dos Crioulos. Una organizzazione ben curata, canti, balli, discorsi brevi e condivisione del pranzo a base di una saporita e abbondante feijoada. Il forró, insieme ad altri ritmi tipici, ha dato um sapore di allegria al tutto. Generalmente gran parte dell’organizzazione ricadeva sulle nostre spalle; questa volta invece abbiamo potuto godercela presenziando come graditi ospiti.
Me ne stavo in disparte ed osservavo il dipanarsi delle cose, le persone che arrivavano, il viavai frenetico. Vedevo la gioia sui volti, il piacere della vita: tutti vestiti appuntino, preparati per la festa. I bambini, che al al Matão sono moltissimi, non li teneva nessuno. Tutti si sentivano parte del rituale che procedeva per il meglio, apparentemente senza un filo conduttore: ma Ajinha, coadiuvata da Francimar, afferrava il microfono e dava le direttive. E fu spontaneo pensare alla storia dei rapporti con questa nostra comunità: dico nostra perché con Francimar ed Alberto possiamo dire di fare parte della loro storia. Questa comunità, solo pochi anni fa, presentava molti segni di morte, di disumanizzazione, di marginalizzazione. Una storia dolorosa che non lasciava intravvedere vie d’uscita. Abbiamo lavorato con pazienza, dedicazione e molto amore per riuscire a cambiare le cose. La festa con tutta la sua carica di umanità e di allegria mi ha sorpreso perchè le persone coinvolte, praticamente tutta la comunità, hanno dimostrato quanto sono cresciute, maturate, rinate. Occhi brillanti, abbracci, gioia, autostima alle stelle.
Sentivo un nodo alla gola, di gioia improvvisa, pensando ai molti momenti di disperazione e sconforto perchè le cose non andavano per il verso giusto, momenti molto difficili per la comunità come per noi che eravamo coinvolti. La sfida era come rimettere in piedi la comunità nel suo insieme e le persone individualmente, per aiutarle a camminare. Ho pensato alla sorpresa della primavera dopo um inverno rígido quando spuntano fiori e vita sul terreno duro ed apparentemente morto. Allo stesso modo il Matão é rinato e la festa rappresenta la celebrazione della vittoria della vita. Molta gioventù, adulti, molti bambini, tutti bellissimi, senza ostentazione per manifestare senza parole l´orgoglio di essere del Matão. Le ragazze poi hanno sparso bellezza, creatività e le donne si sentivano delle regine. Il Matão che era disprezzato da tutti, mal visto e considerato luogo di gente pericolosa, ora fa bella mostra di sè: che piacere condividere la felicità con le altre comunità che a loro volta ci tengono a mostrare che ci sono e che sono venute ad una festa che sentono propria. La vita vale una festa!
Ciao, Gigetto (Luis Zadra)
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