Le origini della comunità nera di Paratibe vanno collocatenella seconda metá del 1800, poco prima o subito a ridosso dell’abolizione della schiavitù. Un gruppo di schiavi in fuga si rifugiò nei pressi della Praia do Sol, non molto lontano dall’attuale periferia di João Pessoa, ma allora completamente immersa nella foresta atlantica. La comunità viveva dedicandosi alla cattura di granchi, al taglio della legna per fabbricare carbone vegetale, alla raccolta di frutta
e alla coltivazione di mandioca. Col tempo organizzarono anche piccole forme di commercio recandosi alle varie fiere e mercati locali per vendere i loro prodotti. Oggi l’ambiente ha perso tutta la sua specificità in quanto è stato praticamente inglobato nel disordinato sviluppo della periferia cittadina e sopravvivono solo alcuni piccoli gruppi ancora identificabili come discendenti diretti dei primi abitanti. L’ultima rilevazione, fatta da José Acácio Gouveia per conto di AACADE, parla di 65 nuclei familiari per un totale di 345 abitanti, 110 adulti e 235 minori. Per quanto riguarda il tasso di occupazione, 35 persone hanno un lavoro fisso, 24 un impiego temporaneo e 6 sono pensionati. 57 sono le famiglie proprietarie di casa, mentre le altre sono in affitto. La qualità delle abitazioni è però molto deficitaria in quanto 15 case sono di taipa (fango e legno) e la maggioranza delle altre versa in condizioni precarie.
La comunità é molto povera e infatti ben 32 bambini ricevono dal Comune la cosiddetta “bolsa familia”, 13 hanno diritto al "pão e leite” (refezione scolastica) e 3 bambini di due famiglie sono assititi dal PETI (Programma di Sradicamento del Lavoro Infantile). E’ in questa realtà disastrata che Luiz e Francimar hanno cominciato a lavorare alcuni anni fa. Con molta fatica sono riusciti a ricreare alcuni legami fondamentali tra i vari membri della comunità e a far nascere una coscienza della propria negritudine. E’ così che è nata un’associazione che sta portando avanti il processo di coscientizzazione e lottando per ottenere il riconoscimento dei diritti fondamentali come la casa, la scuola, la salute, il trasporto pubblico. Nel frattempo i rapporti e gli incontri con le istituzioni comunali hanno portato ad un altro grande risultato per quanto riguarda le abitazioni: da pochi giorni, infatti, il Sindaco di João Pessoa ha firmato la delibera che prevede la costruzione di 40 nuove piccole case in sostituzione di quelle di taipa o in pessime condizioni. Ora la comunità si sente più forte e unita e la coscienza di poter essere protagonisti del proprio sviluppo sta lentamente crescendo.
40 nuove case per la comunitá nera di Paratibe
Le origini della comunità nera di Paratibe vanno collocate nella seconda metá del 1800, poco prima o subito a ridosso dell’abolizione della schiavitù. Un gruppo di schiavi in fuga si rifugiò nei pressi della Praia do Sol, non molto lontano dall’attuale periferia di João Pessoa, ma allora completamente immersa nella foresta atlantica. La comunità viveva dedicandosi alla cattura di granchi, al taglio della legna per fabbricare carbone vegetale, alla raccolta di frutta e alla coltivazione di mandioca. Col tempo organizzarono anche piccole forme di commercio recandosi alle varie fiere e mercati locali per vendere i loro prodotti. Oggi l’ambiente ha perso tutta la sua specificità in quanto è stato praticamente inglobato nel disordinato sviluppo della periferia cittadina e sopravvivono solo alcuni piccoli gruppi ancora identificabili come discendenti diretti dei primi abitanti. L’ultima rilevazione, fatta da José Acácio Gouveia per conto di AACADE, parla di 65 nuclei familiari per un totale di 345 abitanti, 110 adulti e 235 minori. Per quanto riguarda il tasso di occupazione, 35 persone hanno un lavoro fisso, 24 un impiego temporaneo e 6 sono pensionati. 57 sono le famiglie proprietarie di casa, mentre le altre sono in affitto. La qualità delle abitazioni è però molto deficitaria in quanto 15 case sono di taipa (fango e legno) e la maggioranza delle altre versa in condizioni precarie.
La comunità é molto povera e infatti ben 32 bambini ricevono dal Comune la cosiddetta “bolsa familia”, 13 hanno diritto al "pão e leite” (refezione scolastica) e 3 bambini di due famiglie sono assititi dal PETI (Programma di Sradicamento del Lavoro Infantile). E’ in questa realtà disastrata che Luiz e Francimar hanno cominciato a lavorare alcuni anni fa. Con molta fatica sono riusciti a ricreare alcuni legami fondamentali tra i vari membri della comunità e a far nascere una coscienza della propria negritudine. E’ così che è nata un’associazione che sta portando avanti il processo di coscientizzazione e lottando per ottenere il riconoscimento dei diritti fondamentali come la casa, la scuola, la salute, il trasporto pubblico. Nel frattempo i rapporti e gli incontri con le istituzioni comunali hanno portato ad un altro grande risultato per quanto riguarda le abitazioni: da pochi giorni, infatti, il Sindaco di João Pessoa ha firmato la delibera che prevede la costruzione di 40 nuove piccole case in sostituzione di quelle di taipa o in pessime condizioni. Ora la comunità si sente più forte e unita e la coscienza di poter essere protagonisti del proprio sviluppo sta lentamente crescendo.
La comunità é molto povera e infatti ben 32 bambini ricevono dal Comune la cosiddetta “bolsa familia”, 13 hanno diritto al "pão e leite” (refezione scolastica) e 3 bambini di due famiglie sono assititi dal PETI (Programma di Sradicamento del Lavoro Infantile). E’ in questa realtà disastrata che Luiz e Francimar hanno cominciato a lavorare alcuni anni fa. Con molta fatica sono riusciti a ricreare alcuni legami fondamentali tra i vari membri della comunità e a far nascere una coscienza della propria negritudine. E’ così che è nata un’associazione che sta portando avanti il processo di coscientizzazione e lottando per ottenere il riconoscimento dei diritti fondamentali come la casa, la scuola, la salute, il trasporto pubblico. Nel frattempo i rapporti e gli incontri con le istituzioni comunali hanno portato ad un altro grande risultato per quanto riguarda le abitazioni: da pochi giorni, infatti, il Sindaco di João Pessoa ha firmato la delibera che prevede la costruzione di 40 nuove piccole case in sostituzione di quelle di taipa o in pessime condizioni. Ora la comunità si sente più forte e unita e la coscienza di poter essere protagonisti del proprio sviluppo sta lentamente crescendo.
Crianças di Paratibe
Non é facile essere bambini a Paratibe. Povertá, promiscuitá, disgregazione sociale, ambiente malsano, arretratezza, esclusione: questo é il contesto sociale in cui si svolge la quotidianitá dei molti bambini di Paratibe. Ma per un attimo voglio che a parlare siano i loro volti, i loro occhi, i loro sorrisi, la loro tristezza e la loro malinconia.






La prima "Casa de leitura" comincia dal tetto
Contro tutte le regole costruttive la prima Casa de leitura comincia dal tetto. L’anomalia é pero’ facilmente spiegabile. La comunitá del Grilo, grazie a una buona gestione nella costruzione delle cisterne per la raccolta dell’acqua potabile, era riuscita a costituire um piccolo fondo cassa da destinare alla realizzazione di qualche opera di utilità sociale. All’unanimità fu deciso di costruire un ambiente da adibire a riunioni, incontri e attività varie della comunità. I lavori partirono con entusiasmo e celerità, ma i fondi a disposizione finirono proprio prima di riuscire a costruire la copertura. Fu a questo punto che Luiz mi parlò della situazione e subito decidemmo di destinare 1.500 euro per la costruzione del tetto.
Ora i lavori stanno procedendo con lena e così sarà possibile ultimare la costruzione in tempi molto rapidi. Subito dopo parleremo con i membri della comunità e metteremo le basi per la realizzazione e il funzionamento della prima Casa di leitura. L’emozione e la voglia di fare sono veramente grandi e non vediamo l’ora di partire con il progetto.



Meninos de Paratibe
Non é facile essere bambini a Paratibe. Povertá, promiscuitá, disgregazione sociale, ambiente malsano, arretratezza, esclusione: questo é il contesto sociale in cui si svolge la quotidianitá dei molti bambini di Paratibe. Ma per un attimo voglio che a parlare siano i loro volti, i loro occhi, i loro sorrisi, la loro tristezza e la loro malinconia.
















Leonilda porta "i pantaloni"

Leonilda porta i "pantaloni"
“I pantaloni” alla comunità del Grilo li porta Leonilda. E’ lei che costruisce i mattoni, lavorando la creta e facendoli seccare al sole, é lei “il muratore” e il capomastro, é lei che guida e coordina i vari operai che lavorano alla costruzione della casa della comunità. La scorsa settimana doveva salire fino al Grilo un camion per portare le travi del tetto e i coppi, ma a causa della pioggia e della strada troppo ripida e disastrata non ce l’ha fatta e ha lasciato il carico dopo la
terza curva. Leonilda non si é persa d’animo e, radunati quaranta uomini (praticamente tutti i maschi del villaggio) in poche ore ha fatto arrivare a destinazione il materiale. Adesso non vede l’ora di terminare i lavori e poter finalmente consegnare alla comunità il tanto agognato luogo d’incontro.
La prima Casa de Leitura comincia dal tetto

All’unanimità fu deciso di costruire un ambiente da adibire a riunioni, incontri e attività varie della comunità. I lavori partirono con entusiasmo e celerità, ma i fondi a disposizione finirono proprio prima di riuscire a costruire la copertura. Fu a questo punto che Luiz mi parlò della situazione e subito decidemmo di destinare 1.500 euro per la costruzione del tetto.


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